
IL SIMBOLO TAO
Il tao è il simbolo dell’Assoluto. I taoisti ricercano, con questa forma di filosofia, questa unione che rappresenta l’unica forma di religiosità popolare della Cina Antica. Lo stile di vita dei monaci taoisti, tuttavia, esiste ancora oggi.
Ci sono molti seguaci e possiamo scorgere più di una analogia con i monasteri Tibetani, prima e dopo l’invasione cinese. Non si sa con precisione chi abbia tracciato la prima verità o via taoista.
Il simbolo del taoismo, il Tao, è meglio conosciuto come l’energia jing e jang, cioè maschile e femminile. Questa energia vede nel simbolo grafico la sua più profonda espressione simbolica: il cerchio che racchiude il "tutto" è all’interno diviso da una linea a "serpente", per metà è bianca con un punto nero e per l’altra metà nera con un pinto bianco. L’energia che viene espressa dal Tao vuol significare che nell’energia maschile (bianco) c’è una cellula (punto) di quella femminile (nero) e viceversa, in quella femminile (nera) c’è una piccola parte maschile (punto bianco) in perfetta unione ed equilibrio tra loro.
Quando parliamo di energia maschile o femminile, ciò non ha nulla a che vedere con l’uomo o la donna in senso stretto, se non per il fatto che questa energia è più marcata in uno e nell’altro in base alla loro specie, così nel maschio che è portatore di energia jing, viene espressa in forza fisica, comando, dominio, resistenza, ecc.. mentre in quella femminile, energia jang, nella donna è più evidente e si esprime in sentimento, romanticismo, conservazione della specie, ecc.. il Tao vede l’assoluta uguaglianza di queste due grosse forze energetiche da oltre diecimila anni.
È importante che ogni energia per essere completa ed in equilibrio porti in se il seme dell’altra. Così l’energia maschile si avvalora di simboli femminili e viceversa, rendendoli sempre più vicini alla perfezione.
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Ci sono meditazioni, che vi spiegherò nel prossimo numero, che riescono a far risvegliare e prendere coscienza, reintegrando l’individuo nell’uno in tutto.
I taoisti riconoscono l’unicità di tutte le religioni, credono in un Dio Assoluto che è il medesimo per tutti; ricercano come fine il conseguimento della liberazione dell’uomo dalle catene dall’egoismo, dalle discriminazioni illusorie. Inoltre i seguaci del pensiero taoista non promuovono nessuna forma di obbligo o settaria che dir si voglia.
RADICI STORICO CULTURALI
Molti giovani al giorno d’oggi portano al collo questo simbolo o lo rappresentano in un tatuaggio (è di moda) senza sapere nulla di questo singolare simbolo, senza cercare di conoscere cosa vogliono rappresentare nel portarlo al addosso. Alcuni poi lo associano alla droga o al mondo estremo del liberalismo anarchico, ma questo non ha proprio nulla a che fare in nessuno di questi casi. Forse può esserci un desiderio inconscio, magari un’antica "memoria genetica", che risveglia quale desiderio di una verità o di una giustizia che viene solo dall’Assoluto. Ecco, forse, il motivo perché è ritornato alla ribalta.

La linea di pensiero di questa antica religione orientale viene trasmessa dall’Imperatore Huanj Ti, nientemeno che nel 2658 – 2527 avanti l’era cristiana passando attraverso due grandi maestri: i patriarchi Lao Tse e Chuang Tse, che lo hanno tramandato tra il 6oo e il 500 a.C.
La base di questa corrente mistica, come tutte le più importanti forme di religiosità, è stata tramandata oralmente; e ha trovato subito dei piedistalli forti e ben radicati nella medicina tradizionale cinese (agopuntura, Ajurveda, digitotipressione), ma, soprattutto, i taoisti si affidarono ai tradizionali testi di filosofia, in particolare l’Y-King, il "Libro dei mutamenti" ed il Tao te King, che tradotto diventa "Libro della via dell’infinito" composto in un epoca più recente dal patriarca Lao Tsu.
Per citare ancora i grandi saggi, non posso tralasciare Confucio, che, con Lao Tse e l’illuminato Buddha Gautama, hanno saputo rinsaldare la struttura sociale particolare della Cina che si stava perdendo, soffocata da un imperatore. Questi grandi patriarchi della storia antica hanno saputo esaltare i valori dei cinesi e dei tibetani all’obbedienza, alla gentilezza. In particolare fu proprio Lao Tse che si dedicò a questa rinascita che stava, come detto, decadendo da ben oltre due millenni: la riscoperta di una vita semplice e tesa alla Suprema realizzazione dell’umanità.
(tratto dal N. 44 - anno: 2000, giornale periodico "L'Altra Scienza" Libreria Editoriale Sibilla (reg. al tribunale di Genova N. 36/92 Registro Stampa 2235/92).


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