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Parlare dei Celti, gli indeuropei, e non cadere nella retorica nella quale gli storici, tutti o quasi si imbattono quando trattano sulla storia di un popolo che ha origini così antiche da non potere essere datati con precisione. Nel narrare le loro origini si scrive tutto, ma nel contempo si nega il tutto " forse sì, forse no!"

E ciò è normale, in un popolo che ha lasciato poco o nulla della sua religiosità, della sua cultura e civiltà organizzata. Certo, gli storici (sapendo poco o nulla) fanno allusioni, collegano con assurdi paragoni ai miti greci e romani.

 

Prima degli anni ottanta, è nato un revival attorno a questo particolare popolo. I Celti, negli anni ottanta – novanta, erano conosciuti in tre modi; tutt’e tre sbagliati. C’è chi si è avvicinato al loro mondo, attraverso le mitiche gesta di Artù e i cavalieri della tavola rotonda. Oppure attraverso un famosissimo fumetto: Asterix: il "Gallo" per eccellenza, che, nel combattere e vincere Cesare e Roma, usa una pozione che gli fa un sacerdote druido. Quasi esorcizzando che la caduta dei Celti cisalpini sia stata per opera di Roma. Ma Roma non ha perseguitato nessuna ideologia religiosa, anzi, molte volte le ha fatte sue. Chi ha soffocato i Celti, spesso tacciandoli da eretici è stato il cristianesimo. I romani perseguitarono i cristiani non per la loro religiosità, ma perché si opponevano alle leggi romane.

Asterix rappresenta un inconscio "revanscismo" francese che non si è mai del tutto spento. Inoltre, troviamo la parte politica odierna: una politica di terza categoria. Anzi, non si dovrebbe neppure parlare di politica. Questa categoria vede nella "croce celtica" (quella, per intenderci, inscritta nel cerchio) un simbolo di organizzazione neofascista (o giù di lì), che nulla ha a che vedere con i Celti e i druidi antichi. Perché questa croce è stata forgiata nel tempo della cristianizzazione, nell’epoca dell’inquisizione, quando molti Celti si convertirono per mezzo di San Patrick, il santo patrono d’Irlanda e Scozia; riassumendo che: si può essere buoni cristiani senza perdere la propria cultura celtica.

Queste immagini devianti sono state, per questa cultura, molto dannose. In un impatto immediato, rimarcandone solo i tratti superficiali, poco o nulla veritieri, hanno solo infiammato i cuori e le menti suscitando un’anticelticità, senza, come detto, cercare di comprendere cosa fossero la cultura celtica e il druidismo, cosa li rendesse simili o li distinguesse dalle altre razze indoeuropee.

Scorreremo insieme i tratti più documentati e più significativi di questo meraviglioso popolo.


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