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Che tu abbia o no afferrato interamente quanto or ora ti è stato detto, non respingerlo come impossibile a comprendersi. Poiché in ogni riga è nascosto un significato che ti compenserà mille doppi dello studio necessario a chiarirtelo.

Questo messaggio ha lo scopo di svegliarti alla comprensione di ciò che tu sei, del tuo Sé reale, di renderti di nuovo conscio di me, del tuo divino Sé, conscio in modo che mai più tu possa essere ingannato da quell'altro sé, che tu hai immaginato fosse te e che così a lungo ti ha adescato, nutrendoti dei suoi piaceri dei sensi che non soddisfano mai, con le sue dissipazioni mentali e con i suoi godimenti emozionali.

Ma prima che ciò possa effettuarsi, sarà necessario che tu conosca interamente questo supposto altro sé, che tu creasti pensandolo reale e separato da me e mantenesti poi vivo dandogli il potere dì lusingarti e di ingannarti; sì, quel sé autocreato con il suo orgoglio, la sua ambizione, il suo potere immaginario, puramente egoista, il suo amore della vita e delle cose, con il suo desiderio d'essere reputato buono e saggio; ma che è soltanto la tua personalità nata solo per morire come entità separata e che, come tale, non ha realtà o permanenza maggiore della foglia, della neve o della nuvola.
 
Sì, tu sarai messo faccia a faccia con questo meschino sé personale e noi ne scopriremo, con visione perfetta, tutto il sordido egoismo, tutta l'umana vanità; e imparerai allora, se ti volgerai a me e m'interrogherai con fede semplice e con fiducia, che sono Io, la parte infinita, impersonale di te, dimorante sempre dentro di te, che ti addita tutte queste illusioni della personalità le quali per sì lungo tempo ti hanno separato in coscienza da me, il tuo glorioso divino Sé.
 
Questa realizzazione verrà certamente, se riconoscerai che questo messaggio viene da me e se ti risolverai di seguirlo. A te, cui io ispiro questa determinazione, io farò sparire ogni illusione e tu mi conoscerai in verità.
 
L'esercitare la tua mente in questa direzione di pensiero astratto non ti nuocerà. Anzi, è precisamente ciò di cui la tua mente ha bisogno. Poiché solo quando tu potrai afferrare ciò che io intendo, allorché ti sia presentato dall'esterno e sotto forma delle idee qui espresse, tu potrai percepire e interpretare esattamente la mia idea allorché io te la ispirerò interiormente. Io preparo così la tua mente perché tu possa adoperarla non ad acquistare maggior conoscenza terrena, ma perché tu possa ricevere e spargere la mia conoscenza celeste fra quelli che io condurrò a te per tale scopo. Così, con una invocazione a me, al tuo Sé reale, al tuo Dio interno, può venirti questa realizzazione. Procediamo quindi, affinché tu possa vedere la verità in questa esposizione e in tutte le cose, condizioni ed esperienze che possano venirti.
 
Nel corso delle nostre considerazioni intorno al processo di sviluppo della mia idea, noi siamo giunti al punto in cui l'Io sono di te manifestantesi nel corpo della tua anima immortale, ossia nell'immagine di pensiero creata dal mio pensare, è pronto a entrare in una forma materiale, una forma adatta all'espressione terrena dei miei attributi. Questo cambiamento, da una forma mentale a una materiale, si effettuò nel modo e col processo medesimo di tutta la creazione, cioè per mezzo del pensiero, ed è descritto letteralmente nella Bibbia, deve si dice che io «formai l'uomo con la polvere della terra e soffiai nelle sue narici l'alito della vita; e l'uomo divenne un'anima vivente».
 
Debbo spiegare ancora ciò che avvenne? Il potere vivificante dentro la mia idea (la tua anima) procedette ad attirare a sé i vari elementi della sostanza terrena (polvere) e a modellarli e plasmarli, atomo per atomo, cellula per cellula, in ossa, tessuti e organi, secondo il modello dell'immagine-pensiero componente il corpo della tua anima, formando così un rivestimento esterno finché la tua forma mortale divenne realmente manifesta ai sensi psichici del mondo esteriore, se non ancora agli occhi fisici. Allora tu, il mio attributo, soffiasti dentro e poi nelle sue narici (dall'interno) l'alito di vita e facesti la tua prima apparizione sulla Terra quale essere umano tangibile divenuto un'anima vivente. La mia idea poteva ora esprimersi coscientemente per mezzo di un adatto strumento terreno, contenente nel tuo Sé tutti i miei attributi, tutti i miei poteri e tutte le mie possibilità.
 
Erano così manifesti tutti i vari strumenti per l'espressione terrena della mia idea; e tu, essendo uno dei miei attributi, avevi naturalmente impero su tutti questi strumenti, ossia avevi il potere di adoperarli all'occorrenza tutti e ciascuno, per la piena e completa espressione delle energie e delle possibilità tue, cioè del mio attributo. In questo modo e per questa ragione soltanto, tu e i tuoi fratelli veniste a umana espressione. Ma pur essendo in forma umana, la vostra espressione era tuttavia tanto impersonale che, quantunque semicoscienti, voi cercavate solo in me, dentro, ispirazione e guida.
 
Queste erano le condizioni in cui tu ti svegliasti entrando nell'espressione terrena e ciò è chiamato «stato edenico», ossia dimora nel Giardino dell'Eden. Questo stato edenico rappresenta la fase celestiale della coscienza impersonale, ossia quello stato in cui tu eri ancora coscientemente uno con me, quantunque confinato in un veicolo mortale di espressione.
Io non ti descriverò dettagliatamente come e perché divenne necessario che io cacciassi fuori dal Giardino dell'Eden te, ora uomo, o Umanità; ti ricorderò solo la parte che il desiderio ha nell'espressione terrena e la sua relazione con la mia volontà.
 
Una volta che tu avrai risolto e compreso, almeno in parte, la ragione di questo, allora, forse, tu capirai la necessità della caduta della tua coscienza (cioè di quella dell'Umanità) in un sonno profondo (essendo tu prossimo alla fine di un altro ciclo, detto giorno cosmico) e di trovarti, al tuo risveglio, non più esternamente uno ma due; una parte attiva, pensante, aggressiva, chiamata poi uomo, e una passiva, sensitiva, ricettiva, una matrice umana, ossia una donna. E capirai pure la necessità che qualche influenza terrena venisse ad attirare la tua coscienza dalle delizie puramente celestiali a questa nuovacondizione, perché tu potessi concentrarti sulla tua missione terrena, ossia sulla tua espressione mortale. Comprenderai la Sapienza che generò questa influenza prima nella tua parte passiva, sensitiva e ricettiva, per mezzo del serpente della suggestione (forma che io feci assumere alla mia Idea nella tua mente) e come nacque così il desiderio, l'agente mortale della mia volontà, che doveva fornire l'energia motrice per l'ulteriore e completa espressione dei miei attributi sulla Terra. E finalmente la necessità che il desiderio gettasse su di te (sull'Umanità) il suo incanto; che la tua natura celeste e impersonale fosse tenuta da parte, come in sospeso, finché, per mezzo del libero ma ignorante uso del mio volere, tu potessi gustare e mangiare interamente il frutto del cosiddetto Albero della Scienza del Bene e del Male, e imparare, così, a discernere e conoscere bene quei frutti, per ciò che sono realmente, e ad acquistare la forza necessaria ad usare la scienza, in tal modo acquisita, saggiamente e perfettamente e solo per l'espressione della mia idea.
 
Tu puoi, forse ora, similmente comprendere come gli occhi tuoi (dell'Umanità) si aprirono alle cose della terra non appena assaggiato questo frutto e alla conseguente conoscenza del Bene e del Male; come in seguito a ciò sparisse la conoscenza della Realtà che è dietro di essi e come e perché tu ti accorgesti di essere nudo della tua parte pensante e di quella sensitiva e anche perché tu avesti paura.
 
Ora forse tu puoi capire perché tutto ciò dovesse accadere: perché tu, Umanità, dovessi lasciare lo stato edenico della coscienza impersonale e perderti completamente in queste condizioni terrene per divenire capace di creare un corpo e sviluppare in esso una coscienza personale, un sé atto a esprimere pienamente la mia perfezione. Così nacque la tua personalità umana e dalla sua nascita in poi io ti ho spinto a nutrirla, mantenerla e rinforzarla, riempiendoti di brame, di speranze, di aspirazioni, di tutte le varie manifestazioni del desiderio; le quali sono soltanto gli aspetti umani della mia volontà, operante a preparare e sviluppare uno strumento capace di esprimere perfettamente i miei attributi sulla Terra.
 
Così io ti cacciai fuori dal Giardino dell'Eden, ti vestii d'una veste di pelle o, in altre parole, di carne, come gli altri animali; poiché per poter entrare nel cuore delle condizioni terrene e così vivificare in espressione di vita attiva la mia Idea, tu, mio attributo, dovevi possedere un organismo e un involucro, vestimento adatto alle condizioni in cui stavi per manifestarti.
Dando a te una veste di pelle, cioè un organismo fisico, io fornii pure alla mia Idea una forma confacente all'espressione terrena; ti diedi il potere di esprimerla per mezzo di un organismo fisico, per mezzo di parole.
 
Nell'impersonale non occorrono parole. Solo le idee esistono e si esprimono. Esse sono semplicemente, poiché sono l'espressione dei vari aspetti del mio Essere. Ma nella nuova condizione, in cui ogni espressione negli stadi primitivi di esistenza esterna doveva avere forma e sostanza per essere udita, veduta, sentita, gustata o toccata, in modo che il suo significato potesse venire chiaramente appreso, bisognava, naturalmente, provvedere un organismo capace d'essere adoperato al doppio fine: di esprimere e di comprendere ciò che esprimeva.
 
Man mano che la mia Idea si sviluppava, dopo la tua espulsione dall'Eden, tu - uno dei miei attributi divini, dimorante dentro la mia Idea di tale attributo in espressione, Idea dimorante a sua volta nell'immagine-pensiero di me stesso e manifestantesi finalmenteall'esterno nella forma terrena di parole, allorché ricevesti l'impulso della mia Volontà sotto forma di Desiderio a esprimere il mio Intento - tu, dico, cominciasti a «crescere e moltiplicare» rapidamente. E nella tua ricerca delle condizioni più favorevoli alla manifestazione dei tuoi particolari attributi, tu ti spargesti a poco a poco su tutta la faccia della Terra, risvegliando ed eccitando l'intelligenza latente in tutte le forme della vita con cui venivi a contatto, a una più piena e più attiva espressione del loro particolare aspetto della mia Idea.
 
Così si formarono le varie lingue della Terra, contenenti ciascuna molte parole, nate tutte dal desiderio della mente umana di esprimere in termini terreni gli infiniti aspetti della mia Idea che sempre scaturiscono dall'interno. E quanto più la mente umana si sforzava di esprimere in parole la mia Idea, tanto più grandi, miserevoli erano i suoi insuccessi.
 
Verrà il giorno del grande Risveglio, in cui si vedrà che tutte le parole sono soltanto simboli di un'Idea e che tutte le idee di qualsivoglia natura non sono che aspetti di una Idea, la mia Idea di me stesso in espressione e che ogni desiderio di esprimere in parole quell'Idea, se non è ispirato unicamente dalla coscienza della mia Volontà, è inconsistente.
 
Così pure ogni desiderio di esprimere in azioni viventi quell'Idea senza perdere completamente la coscienza della personalità umana, della parte tua personale nell'azione, senza concentrare tutto il tuo Sé in Me, è vana e infruttuosa e finirà solo nell'insuccesso, nel disinganno, nell'umiliazione.
 
Pubblicazione di maggio 1994 sul giornale periodico "L'Altra Scienza" Libreria Editoriale Sibilla (registrato al tribunale di Genova N. 36/92 Registro Stampa 2235/92).

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