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I costumi degli Etruschi

La miglior fonte di informazioni sugli usi degli Etruschi sono le loro tombe che, analogamente a quanto avviene nell’antico Egitto, riproducono un ambiente domestico dove il defunto è circondato dagli oggetti personali. Come è stato osservato, questa volontà di contrapporre qualcosa di duraturo all’inevitabile corruzione delle spoglie mortali motiverebbe la nascita del ritratto funebre, che consente il riscontro di una “minuziosa fedeltà dei singoli particolari ambientali dell’arredo e dell’abbigliamento”.

Appunto attraverso l’osservazione della pittura e delle suppellettili funerarie si possono ricostruire le abitudini degli Etruschi. È necessario anzitutto notare che la donna etrusca, rispetto ad altri popoli contemporanei, godeva di una vita più estroversa e con toni si assoluta parità con l’uomo. Questi con gran scandalo dei Greci, la portava spesso ad apparire in pubblico, richiedendole necessariamente un maggior impegno per la cura del corpo.

Nella tomba di Larthia Seianti la dama raffigurata nell’atto di ammirarsi in uno specchio è stato ritrovata all’interno del sarcofago: un pettine doppio, una bulla, un cucchiaino da cosmesi, spilloni per l’acconciatura, pinzette depilatorie, il tutto in argento o argento dorato. Inoltre, per le essenze e gli unguenti, v’è una serie di anforischi in alabastro di preziosa fattura. Un’abitudine maschile confermata da un’osservazione più approfondita del celebre sarcofago degli Sposi, sarebbe quella di sbiondire i capelli, con cui farebbero contrasto baffi e barba nerissimi. Tra l’altro, l’uso della barba scomparirebbe a partire dal III secolo a.C. e riapparirebbe in Italia, come moda generalizzata, solo ai tempi di Adriano, ossia quattrocento anni dopo.

La disponibilità e l’originalità sia di strumenti cosmetici che di aromi va indubbiamente collegata all’ampio ventaglio commerciale di cui godeva il mondo etrusco. Il maggior veicolo dei rapporti tra la costa tirrena del?etruria e il bacino del Mediterraneo furono i mercanti corinzi; quando, verso la metà del VI secolo, il commercio corinzio entrerà in crisi, in un primo tempo si cercherà di supplire creando un mercato parallelo. Poi Atene si affaccerà sull’Adriatico e si verificherà uno spostamento dell’asse con la convergenza dei traffici verso la valle del Po, donde proveranno per altri due secoli quei prodotti del mondo greco cui gli Etruschi si erano ormai abituati.
 

Foto: sarcofago policromo di Larthia Seianti, fine III - prima metà del II sec a. C. Firenze , Museo Nazionale Archeologico.

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